23/04/09

Che differenza c’è tra congelazione e surgelazione di un alimento?


Le differenze dal punto di vista microbico tra refrigerazione, congelamento e surgelazione di un alimento si hanno perchè:
- con la refrigerazione (ovvero il mantenere gli alimenti ad una temperatura compresa tra 0 e 10 °C) si ottiene il blocco della crescita dei microrganismi responsabili delle tossinfezioni.
- con il congelamento (ovvero il mantenere gli alimenti ad una temperatura inferiore a -15 °C) si ottiene il blocco pressochè totale della crescita microbica con la formazione di cristalli che danneggiano le proprietà organolettiche dell’alimento;
- con la surgelazione ( ovvero il mantenere gli alimenti ad una temperatura inferiore a -18°C) si ottiene il blocco totale della crescita microbica (come per il congelamento), con la formazione di cristalli piccolissimi che NON danneggiano l’alimento.

Il surgelamento o surgelazione, rappresenta la tecnica di conservazione che dà migliori garanzie nel rispettare le caratteristiche fisiche, chimiche e organolettiche degli alimenti utilizzando temperature comprese tra i –18 °C e i – 40 °C. Il surgelamento è regolato da una precisa legislazione secondo la quale i cibi debbono essere portati ad una temperatura di -18 °C in un tempo massimo di 4 ore. Una volta surgelati la legislazione vigente prevede che debbano essere venduti in confezioni chiuse con stampigliate all’esterno precise indicazioni relative alla conservazione e alla procedura ottimale di scongelamento.E’ da evidenziare anche l’obbligo del rispetto della catena del freddo che non deve mai essere interrotta dall’iniziale surgelamento fino al momento dell’acquisto.
Per comprendere le differenze tra prodotto congelato e uno surgelato occorre analizzare che cosa accade alla struttura dell’alimento al momento del congelamento. Man mano che il termometro si abbassa si formano dei cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule che lentamente si ingrossano fino ad arrivare a rompere le pareti delle stesse. Tutto questo accade ogni volta che depositiamo nel nostro congelatore di casa alimenti freschi come la carne e/o prodotti industriali congelati.
La prova dei cristalli di ghiaccio che gonfiandosi rompono le pareti delle cellule, la possiamo vedere quando scongeliamo la carne. E’ infatti noto a tutti che quando si scongela, la carne perde parecchio liquido, in pratica quello contenuto nelle cellule che si sono rotte durante il congelamento.
Con il liquido vengono perse anche sostanze utili come il ferro, le vitamine e le altre importanti componenti. Inoltre, una volta cotta, la carne congelata appare meno tenera e leggermente “stopposa”. In pratica questa situazione è dovuta alla formazione dei cristalli di ghiaccio. Per evitare che si verifichi la situazione appena descritta, ovvero la rottura delle strutture cellulari, la tecnologia alimentare ha inventato il congelamento rapido (surgelazione) che comporta una minore perdita di liquido allo scongelamento e, in genere, una migliore conservazione delle caratteristiche dell’alimento fresco. Questa tecnica riesce infatti a salvaguardare le proprietà nutritive degli alimenti, oltre che l’aspetto e la consistenza. Le categorie alimentari che possono essere sottoposte a surgelazione sono la carne e i derivati, il pesce, le verdure e gli ortaggi, i prodotti lattiero-caseari, gli alimenti precotti. In sintesi: un alimento, per essere congelato rapidamente salvaguardandone le proprietà nutritive, deve essere portato a temperature estremamente basse in un ristretto margine di tempo.
La procedura di surgelazione è la seguente:

- preparazione: i prodotti surgelati sono di solito pronti per il consumo, quindi vengono lavati, sbucciati, ridotti in piccoli pezzi, eventualmente precucinati. Gli ortaggi vengono sottoposti a scottatura al fine di inattivare gli enzimi che potrebbero alterare la qualità dell’alimento. È consentito l’uso di additivi, esclusi i conservanti.
- congelamento: viene effettuato in modo rapido con uno dei metodi descritti;
- confezionamento: deve garantire l’integrità dell’alimento, deve essere aperto solo dal consumatore e deve riportare tutte le indicazioni previste per legge riguardo i modi e i tempi di conservazione, le istruzioni per lo scongelamento e il consumo.
- conservazione: durante tutto il ciclo di vita il prodotto deve rimanere a temperature uguali o inferiori a -18 gradi.

La normativa italiana che disciplina la surgelazione è il Decreto Legislativo n.110 del 27 gennaio 1992).

Come detto precedentemente, nel caso dei surgelati è fondamentale il rispetto della catena del freddo.
E’ possibile capire se un prodotto ha subito sbalzi termici dai seguenti fattori:

- presenza di brina in superficie: potrebbero aver subito un parziale scongelamento;
- gli ortaggi sono in un unico blocco invece di essere separati fra loro: anche questo è un indice del parziale scongelamento.

In questi casi si potrebbe configurare la vendita di merce in cattivo stato di conservazione (reato di pericolo, per la cui consumazione non ha rilevanza né l’entità dell’insudiciamento della sostanza alimentare posta in vendita, né, tantomeno, l’effettivo danneggiamento della salute pubblica ).